martedì 9 novembre 2010

Anima e Corpo p12

Il bambino che fa? Espleta i suoi bisogni primari avvertendo sensazioni di
caldo o di freddo, integrandole; e proprio questo processo d’integrazione memorizzato
diviene struttura psicologica. Per capire questa successione bio-sociale
dell’io possiamo fare l’esempio del linguaggio verbale: esso è un fenomeno sociale
o un fenomeno biologico? Naturalmente verrebbe da dire entrambi, ma è
importante cominciare a capire come i due ambiti funzionali possano trovare concretezza.
Non si nasce con le parole, e quindi nel cervello non c’è il linguaggio, si
nasce con l’attitudine al linguaggio, con la potenzialità di esprimersi tramite il linguaggio,
quindi il cervello è una struttura in quel momento assolutamente plastica,
chiamata “indifferenziata”, che soltanto col rapporto e l’esposizione alla cultura
può cominciare a differenziarsi: impara l’italiano se nasce in Italia, il finlandese
se nasce in Finlandia ecc. e, quindi, se non c’è una differenziazione funzionale
di questi organi geneticamente pre-formati mediante l’esposizione ad una
cultura, non c’è la nascita del linguaggio concreto. In seguito gli specialisti parleranno
di disturbi del linguaggio, della relativa plasticità, dei tempi e degli intervalli
giusti in cui questo meccanismo di adattamento può realizzarsi, ma questo è
un altro discorso. Quindi il fenomeno è sociale, socio-culturale, ed allora la biologia
è sparita? No, perché il fenomeno socio-culturale in quanto oggetto di
memorizzazione è diventato fenomeno bio-chimico, per cui nel cervello sono
depositati gli schemi e i modelli del linguaggio verbale, non soltanto le parole, ma
le modalità con cui le parole si organizzano, grammatica, semantica ecc. Ad ogni
modo, il “materiale chimico” organizza l’attività razionale, e consente lo sviluppo
ulteriore dell’io. Ecco che si coglie una continua relazione tra il livello cosiddetto
biologico e quello psichico e nessuno dei due è sopprimibile. Non c’è un
mentale che diventa corporeo, è la differenziazione e l’evoluzione trasformativa
nel corporeo che genera la struttura mentale. In termini epistemologici questo è
ancora oggi un dibattito molto allargato, ci sono questi mentalisti che sostengono
la pre-esistenza dei concetti, processi di astrazione nei processi estetici, pur non
riuscendo ancora a trovare ad essi una definita collocazione.
È interessante capire allora in che cosa consiste il modulo organizzativo che
unifica i diversi livelli di esperienza. Ed è utile cominciare a descrivere le forme
di esperienza, per esempio: che cos’è un’emozione? Che cos’è il processo immaginativo?
Ora anche l’emozione è considerata da molti studiosi ancora un fenomeno
puramente mentale, ma occorre rilevare la sua valenza corporea poiché l’emozione
è un processo di risposta innata, presente in tutti gli animali. Darwin ha
studiato le emozioni degli animali: alla fine dell’”800” ha scritto un saggio molto
interessante, che rileva come non siamo solo gli umani ad avere delle emozioni,
per esempio un comportamento aggressivo si trova nei gatti come negli uman

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